Reportage: La Grande Guerra e il vino. Consolazione, nutrimento ed economia

Il 21 ottobre 2018, La Giostra dei Talenti ha ospitato tre degli autori de Il vino nella Grande Guerra: Danilo Gasparini, Giorgio Piazza e Carlo Favero. Una pubblicazione per chi si interessa di vino e della sua storia, della Grande Guerra e dei suoi aspetti quotidiani, ma anche dei cambiamenti nelle abitudini, nei saperi e nell'economia che quella tragica esperienza ha portato con sé.

Autore: Debora Casalini - Alter Vigo



da dx: D. Gasparini, C. Favero, G. Piazza

Un anniversario importante

Un anniversario importante, quello
che segna il centenario della fine della tragica esperienza della Prima Guerra Mondiale, nota anche come Grande Guerra. E La Giostra dei Talenti 2018 non solo non poteva ignorarlo, ma gli ha dedicato tre appuntamenti.
Quello con il professore dell'Università di Padova, Danilo Gasparini, Giorgio Piazza, Presidente del Consorzio Vini di Venezia e Carlo Favero, enologo, è stato certamente sorprendente e ricco di spunti di riflessione originali. In rappresentanza di tutti i contributori del libro Il Vino nella Grande Guerra. Fronte italiano 1915-1918, i nostri ospiti hanno provato a mettere in luce alcuni degli aspetti affrontati nel libro e oggetto della lunga ricerca a monte. 

Reperti archeologici, canti, diari, lettere, registri militari di vettovagliamento o piani logistici di rifornimento, foto e trattati relativi a tecniche di coltivazione, ... sono il ricco arsenale di fonti a cui hanno attinto per leggere il significato e la portata della Grande Guerra sotto una luce tanto particolare quanto capace di mettere l'uomo contemporaneo, meno consumatore di prodotti dozzinali e più cultore del vino, "sull'attenti".


Lo sapevi che...? Appunti sparsi da "Il Vino nella Grande Guerra"

I canti della Prima Guerra Mondiale erano spesso arie ben note nella vita civile e al fronte debitamente aggiornati nei testi mano a mano che le truppe facevano esperienza della vita di guerra e trincea o che avvertivano le conseguenze delle decisioni di generali e capi di stato. Un modo per sentirsi parte della Storia e raccontarla. In Giostra ce ne hanno fatto ascoltare diversi.

Tra i diari dell'epoca, uno molto importante e di grande interesse storico è quello del Conte Francesco Azzoni Avogadro, aiutante di campo del re che era sempre al fronte e ha conservato ben duecento menu dei Savoia. Affascinante e stupefacente la sua descrizione di una ispezione "magazzino" militare della Carnia che preparava 125.000 pasti al giorno e che, per garantire carne e latte di qualità alle truppe, allevava le bestie proprio nel punto più vicino possibile al fronte. Una organizzazione fondamentale e un modello per l'epoca per garantire la salute dei soldati.

Il vino. Nel triennio di Guerra furono acquistati dall'esercito 600.000 hl di vino ( a cui vanno aggiunti ingenti quantitativi marsala, cognac, rhum, anice, elixir di china per il corpo ufficiali) prima in prossimità delle zone di conflitto e dai produttori e poi via via sempre più lontano fino a che non furono la Sicilia ed il sud in generale a diventare serbatoio di fornitura. Il prezzo nei tre anni passò da 50 centesimi (pari alla diaria) a 1,280 lire al litro. I vigneti vennero spremuti, se non devastati dal passaggio delle truppe o tagliati per far legna da ardere. 


@Il vino nella Grande Guerra - I civili nelle zone occupate

Il vino nella Grande Guerra. Anello di congiunzione tra passato e presente

Personalmente ho molto apprezzato questo "bagno" in una Italia rurale, povera, ferita; nei volti segnati e scuriti dal lavoro nei campi o dalla sporcizia; negli abiti, nelle famiglie numerose, nell'importanza che avevano il desco e l'ospitalità. Un Italia che ricordiamo troppo poco quando guardiamo un accampamento Rom o vediamo arrivare sulle nostre coste i migranti stanchi e spossati da un lungo viaggio della speranza in fuga da guerra e miseria. Ho amato i canti dei cori e le parole dei soldati austriaci e italiani sulla razione di vino. Perché musica e vino avvicinavano gli opposti schieramenti regalando loro umanissime tregue da ordini troppo spesso assurdi e portatori di morte.
@Il vino nella Grande Guerra - Cormons 1916

Ho trovato veramente interessanti le riflessioni sul cambiamento nelle abitudini alimentari portato dalla Grande Guerra nella vita quotidiana della popolazione, con l'avvio di fatto dell'industria conserviera nata come necessità di guerra e l'introduzione del concetto di superamento del cibo esclusivamente stagionale. E che dire poi del livello di organizzazione raggiunto nella logistica militare? Ottimizzare le strategie e le tecniche di rifornimento ai battaglioni nelle postazioni più avanzate, ha certo cambiato per sempre il modo di diffondere e trasportare le merci e di concepire una filiera che consenta di superare distanze e quindi rispettare tempi in modo efficiente.


Un libro da leggere e consultare

" Cent'anni fa, nel mezzo di un conflitto drammatico fatto di acciaio e chimica, di ferocia e di sangue, un semplice bicchiere di vino riportava alla vita e, per un attimo, alla speranza del ritorno ad essa".

Il volume contiene un ricco materiale fotografico e grafico. E' suddiviso in diverse sezioni tra cui un paio dedicate al Veneto e alla sua produzione vitivinicola, al commercio del vino lungo il fronte, ai diari di guerra, ai canti e alle evidenze archeologiche.

Alter Vigo ringrazia il Prof. Gasparini e i colleghi per averci dedicato il loro tempo e la loro passione e consiglia la lettura de II Vino nella Grande Guerra, fronte italiano 1915-1918 curato da Giovanni Callegari ed edito da Edizioni Antiga.



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